mercoledì 27 agosto 2025

«Nessuno può costringerli all’esilio»: l’appello delle Chiese di Gerusalemme per Gaza



«Tutti i popoli, anche i più piccoli e deboli, devono essere rispettati dai potenti nella loro identità e nei loro diritti, in particolare il diritto di vivere nella propria terra; e nessuno può costringerli all'esilio». Le parole pronunciate da Papa Leone XIV lo scorso 23 agosto, davanti a un gruppo di rifugiati delle isole Chagos, risuonano oggi con forza nella dichiarazione congiunta del Patriarcato greco-ortodosso e del Patriarcato latino di Gerusalemme.

Di fronte all'annuncio del governo israeliano di voler assumere il controllo di Gaza City e alle notizie di imminente offensiva militare, i due Patriarcati hanno alzato la voce denunciando il rischio di uno sfollamento forzato di massa. «Non può esserci futuro basato sulla prigionia, sullo sfollamento dei palestinesi o sulla vendetta», scrivono i leader religiosi, ricordando che migliaia di civili, tra cui la comunità cristiana locale, sono già stati costretti ad abbandonare le proprie case.

Nei complessi religiosi di San Porfirio (greco-ortodosso) e della Sacra Famiglia (latino), centinaia di persone hanno trovato rifugio: anziani, donne, bambini e disabili assistiti dalle Suore Missionarie della Carità. Per molti di loro, fuggire verso sud sarebbe «una condanna a morte». Per questo clero e religiose hanno scelto di restare accanto ai più vulnerabili, anche a rischio della propria vita.

La dichiarazione, che si apre e si chiude con il versetto dei Proverbi «Nel sentiero della giustizia c'è la vita, e seguendolo non c'è morte», chiede con forza alla comunità internazionale di intervenire: fermare l'offensiva, evitare ulteriori deportazioni, garantire il ritorno degli ostaggi israeliani e delle persone scomparse.

«È tempo di porre fine a questa spirale di violenza», affermano le Chiese di Gerusalemme. «C'è stata già abbastanza devastazione nei territori e nelle vite delle persone. È giunto il momento di guarire le famiglie che soffrono da tempo, da tutte le parti».

Le parole del Papa, poste al centro della dichiarazione, diventano così un appello universale: nessun popolo, per quanto piccolo e fragile, può essere privato del diritto fondamentale di vivere nella propria terra.

Marco Baratto

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