mercoledì 20 agosto 2025

“Maria, Regina della Pace: un digiuno che grida al cielo”



Il prossimo 22 agosto, la Chiesa celebra la memoria della Beata Vergine Maria Regina. Una festa liturgica che non è soltanto una ricorrenza devozionale, ma un richiamo profondo al mistero della maternità di Maria e al suo ruolo regale nella storia della salvezza. Maria è Regina non per potere terreno, ma perché ha saputo vivere come umile serva del Signore, unita in modo indissolubile al Figlio suo, Re dell'universo. In lei i cristiani riconoscono la Madre amorevole che non abbandona mai i suoi figli, soprattutto nei momenti di dolore e smarrimento.

Ma Maria è invocata anche con un titolo che oggi risuona con particolare forza: Regina della Pace. E proprio in questo tempo, segnato da ferite profonde inflitte all'umanità dalle guerre e dalle violenze che devastano popoli e nazioni, la sua intercessione si fa urgente e necessaria.


Guardiamo con cuore aperto la realtà che ci circonda: la Terra Santa, culla della fede e teatro della vita terrena di Gesù, continua a conoscere giorni di tensione e di violenza. L'Ucraina, da mesi e mesi, è consumata da un conflitto che semina morte, distruzione e disperazione. Ma non sono solo queste le regioni che soffrono: in Africa, in Asia, in Medio Oriente, interi popoli vivono sotto la minaccia delle armi, mentre i più deboli – bambini, anziani, famiglie innocenti – pagano il prezzo più alto.

Le guerre non sono mai anonime: hanno volti, nomi, storie. Sono lacrime di madri che piangono i loro figli, sono esodi di famiglie costrette ad abbandonare le proprie case, sono ferite invisibili che segnano generazioni. È dinanzi a queste tragedie che il cuore dei credenti non può restare indifferente.


In questa prospettiva, l'appello a vivere il 22 agosto in digiuno e in preghiera assume un significato particolare. Digiunare non è solo rinunciare al cibo: è un atto di solidarietà spirituale, è un modo per dire con il corpo che la pace è più urgente delle nostre abitudini quotidiane. È privarsi di qualcosa per aprirsi al dono più grande: la comunione con Dio e con i fratelli.

La preghiera, unita al digiuno, diventa una supplica ardente, un grido che sale al cielo. Pregare non è fuggire dalla realtà, ma portarla davanti a Dio, con tutte le sue contraddizioni e sofferenze. È chiedere che il Signore illumini i cuori dei responsabili delle nazioni, perché sappiano cercare la via del dialogo e non quella delle armi. È implorare che lo Spirito Santo trasformi la durezza dei cuori in disponibilità all'incontro e al perdono.


Questo giorno non riguarda soltanto i cristiani. È auspicabile che tutti i credenti, figli di Abramo – cristiani, ebrei e musulmani – si uniscano in una supplica comune. Perché la pace non è patrimonio esclusivo di una religione: è dono universale, è desiderio che abita ogni coscienza. Se tutti i credenti piegano insieme le ginocchia, se le diverse tradizioni di fede sanno unirsi in un coro che invoca pace e giustizia, allora si può aprire uno spiraglio di speranza per l'umanità.

Il 22 agosto può diventare così una giornata di fraternità spirituale, in cui la voce dei credenti, unita a quella delle vittime silenziose della guerra, si levi potente davanti al Signore.


In questo cammino, Maria ci accompagna. Lei, che conosce il dolore di vedere suo Figlio rifiutato e crocifisso, sa cosa significa avere il cuore trafitto. È lei che, come Madre, asciuga le lacrime dei suoi figli e li sostiene con la sua tenerezza. Maria, Regina della Pace, non si stanca di intercedere presso Dio per noi: ci invita a fidarci, a non perdere la speranza, a credere che la pace è possibile anche là dove tutto sembra perduto.

Il suo esempio ci insegna che la pace nasce dall'umiltà, dal servizio, dall'accoglienza dell'altro. Non si costruisce con proclami o strategie di potere, ma con gesti concreti di amore, di perdono, di solidarietà quotidiana.


Il digiuno e la preghiera del 22 agosto non devono restare un gesto isolato. Possono e devono diventare l'inizio di un cammino di conversione personale e comunitaria. Ogni giorno possiamo essere seminatori di pace, nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle nostre comunità. La pace inizia nei cuori e si diffonde come un'onda che abbraccia il mondo.

Il prossimo venerdì, dunque, non lasciamo cadere questo appello. Accogliamolo con fede e con generosità. Stringiamoci attorno a Maria, Regina della Pace, e uniamo le nostre voci in un'unica supplica:

"Signore, dona al mondo la pace. Asciuga le lacrime di chi soffre, sostieni chi è schiacciato dal peso della guerra, illumina chi ha in mano le sorti dei popoli. E fa' che, come fratelli, possiamo camminare insieme sulla via della giustizia e dell'amore."

Marco Baratto

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