venerdì 12 settembre 2025

Il discorso di Leone XIV al III World Meeting on Human Fraternity: il coraggio della pace e l’eredità di Papa Francesco


Il 12 settembre 2025, nella Sala Clementina, Papa Leone XIV ha rivolto il suo saluto ai partecipanti al III World Meeting on Human Fraternity, evento promosso dalla Basilica di San Pietro insieme alla Fondazione Fratelli tutti, all'Associazione Be Human e alla Fondazione Saint Peter for Humanity.

Al centro delle parole del Pontefice è risuonata con forza la necessità di una scelta radicale per la pace, contro ogni forma di guerra e di esclusione. La sua riflessione si è nutrita del magistero di Papa Francesco, richiamato più volte come punto di riferimento spirituale e morale.


Guerra e pace: la via dei forti

Il Santo Padre ha ricordato che la guerra non è mai una via di uscita dai conflitti. Riprendendo un passaggio dell'Esortazione apostolica Evangelii gaudium (n. 227) di Papa Francesco, Leone XIV ha citato:

«Sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo».

La pace, dunque, non è debolezza ma sapienza; non è evasione, bensì responsabilità. È il "cammino dei forti", di coloro che rifiutano la scorciatoia della violenza per aprire invece strade di dialogo e riconciliazione.


"Dov'è tuo fratello?": la domanda che fonda la fraternità

Rileggendo l'antico racconto di Caino e Abele, il Papa ha posto al centro la domanda di Dio:

«Dov'è tuo fratello?» (Gen 4,9).

Questa interpellanza divina, ha spiegato, diventa il criterio della giustizia e della convivenza umana. È un invito che oggi risuona con urgenza di fronte alle guerre, ai migranti respinti, ai poveri dimenticati e alla solitudine che corrode i legami sociali nell'era digitale.


Fratelli e sorelle oltre ogni confine

Il discorso ha sottolineato come la fraternità non possa limitarsi a legami di sangue o di appartenenza etnica. Anche in questo, Leone XIV ha richiamato l'approfondimento biblico e l'apertura delle grandi tradizioni spirituali.

Riprendendo il cuore dell'Enciclica Fratelli tutti (n. 106), ha ricordato:

«Social friendship and universal fraternity necessarily call for an acknowledgement of the worth of every human person, always and everywhere».

«C'è un riconoscimento basilare, essenziale, da compiere: rendersi conto di quanto vale un essere umano, sempre e in qualunque circostanza».

Parole che tracciano la via di una fraternità universale, in cui il volto del povero, del rifugiato e persino dell'avversario rivela il Mistero e, per chi crede, l'immagine stessa di Dio.


Una nuova alleanza dell'umano

L'appello del Papa si è tradotto in un incoraggiamento a costruire percorsi locali e internazionali che non si limitino a dichiarare principi, ma generino azioni concrete di carità sociale, alleanze tra saperi e solidarietà tra generazioni.

La prospettiva proposta è quella di una "alleanza dell'umano", fondata sulla cura, sul dono e sulla fiducia: tre pilastri di un'economia capace di promuovere la vita, non di soffocarla.


L'eredità viva di Francesco

Il filo rosso che attraversa il discorso di Leone XIV è l'eredità di Papa Francesco: la denuncia della "cultura dello scarto", la visione di una fraternità universale, la scelta della pace come unica via autentica. Non a caso, il discorso si è concluso con le parole del Vangelo di Giovanni tanto care a Francesco:

«Vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34-35).


Conclusione

L'intervento di Leone XIV ha voluto ricordare al mondo che la pace non nasce da equilibri di potere, ma da relazioni di fraternità. È un impegno che riguarda ciascuno, perché la risposta alla domanda "Dov'è tuo fratello?" non può essere il silenzio, ma la testimonianza viva di presenza, coraggio e speranza.

Il III World Meeting on Human Fraternity si chiude così come un laboratorio di umanità condivisa, che raccoglie l'eredità di Papa Francesco e la rilancia come bussola per il futuro.


Marco Barattoc

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