mercoledì 9 luglio 2025

Custodire il Creato con Mitezza Profetica: Il “Codice Leone” nella Prospettiva della Cura della Casa Comune


Analisi dell'omelia di Papa Leone XIV del 9 luglio 2025 a Borgo Laudato si'

Nell'omelia pronunciata durante la Santa Messa per la Custodia della Creazione, Papa Leone XIV ha offerto un esempio eloquente della sua visione spirituale ed ecclesiale del rapporto tra fede cristiana e cura del creato. Collocata nel suggestivo scenario di Borgo Laudato si', la celebrazione ha rappresentato non solo un omaggio alla spiritualità ecologica inaugurata da Papa Francesco, ma anche l'elaborazione di un nuovo stile di leadership: un magistero mite ma profetico, che potremmo definire "Codice Leone".


1. Una liturgia immersa nella creazione

Il Papa ha aperto la sua omelia con un'immagine suggestiva: una cattedrale "naturale", dove la celebrazione dell'Eucaristia si svolge all'aperto, tra le piante e gli elementi della natura. Questo non è solo un dettaglio scenografico, ma una dichiarazione teologica: la creazione stessa è il primo altare sul quale si offre il ringraziamento al Creatore. Leone XIV riprende e continua la linea tracciata da Laudato si', eppure lo fa con un tono intimista e riflessivo, richiamando la bellezza delle prime chiese paleocristiane, dove il passaggio attraverso l'acqua battesimale simboleggiava l'ingresso in un mondo redento e rinnovato.


2. La crisi climatica e l'invito alla conversione

Papa Leone non elude il tema cruciale del cambiamento climatico. Parla di «tanti disastri naturali» causati in parte dallo stile di vita umano, e invita a una conversione non solo personale ma collettiva, interna ed esterna alla Chiesa. Tuttavia, a differenza del tono più incisivo e a volte confrontazionale di Papa Francesco, Leone XIV non attacca direttamente i negazionisti climatici né i governi inadempienti. Piuttosto, lascia intendere — con eleganza e fermezza — la necessità di una trasformazione morale profonda.

Questa discrezione non è debolezza, ma la cifra spirituale del suo messaggio: non è lo scontro, ma la testimonianza silenziosa e coerente a cambiare il mondo. In questo si intravede la struttura di quel "Codice Leone" — uno stile pastorale che non aggredisce ma interroga, che non grida ma invita, in perfetto spirito agostiniano.


3. "La voce del Signore è sopra le acque": profezia senza retorica

Il momento centrale dell'omelia è segnato dal riferimento al Salmo 29, e in particolare al passo: «La voce del Signore è sopra le acque […] è forza, è potenza». Su questa scia, il Pontefice afferma:

«Questa voce impegna la Chiesa alla profezia, anche quando esige l'audacia di opporci al potere distruttivo dei prìncipi di questo mondo.»

Qui si coglie con chiarezza la dimensione profetica del suo pensiero. Tuttavia, Papa Leone non nomina direttamente i potenti del nostro tempo, né punta il dito contro le nazioni più responsabili dell'inquinamento globale. Egli preferisce affidarsi a una critica implicita, radicata in una teologia della responsabilità, che scardina le logiche del potere con la forza disarmata della coerenza cristiana.

Questa è una delle chiavi distintive del "Codice Leone": non l'attacco frontale, ma la controcultura del Vangelo, fondata sull'umiltà attiva. Leone non è un "militare di Dio", alla maniera di Ignazio di Loyola, ma un pastore agostiniano, per il quale "non si deve considerare nulla come proprio, neppure se stessi". Questo principio diventa il fondamento di un'etica ecologica radicale: se nulla è mio, allora tutto è dono; e se tutto è dono, allora tutto va custodito.


4. Il creato come Eucaristia vivente

Un altro passaggio decisivo dell'omelia è l'accostamento tra il mistero eucaristico e la cura del creato. Leone XIV cita Laudato si', dove si afferma che:

«Nell'Eucaristia il creato trova la sua maggiore elevazione […]. Dio stesso, fatto uomo, arriva a farsi mangiare dalla sua creatura».

È questa una delle intuizioni più alte della teologia ecologica contemporanea: il Dio incarnato si rende presente nel frammento di materia, e dunque ogni elemento naturale può divenire trasparenza del divino. Il Pontefice suggerisce una mistica della materia, una spiritualità incarnata che redime e valorizza ogni creatura.


5. Il Borgo Laudato si' come laboratorio di speranza

Infine, l'omelia si chiude con un richiamo molto concreto: il Borgo Laudato si' come laboratorio di riconciliazione con il creato. Non un'utopia astratta, ma un modello possibile, tangibile, "vivibile". La conversione ecologica di cui parla Leone XIV è culturale, spirituale e operativa: passa per gesti quotidiani, per la sobrietà, per relazioni restaurate con Dio, con gli altri e con la terra.


Conclusione: il "Codice Leone"

Papa Leone XIV, pur ereditando il carisma e le intuizioni di Papa Francesco, se ne distacca nello stile e nella forma dell'annuncio. Il suo "Codice Leone" è fatto di:

  • profondità agostiniana (più che militanza ignaziana);

  • dolce fermezza (più che invettiva);

  • testimonianza silenziosa e coerente (più che denuncia frontale);

  • speranza escatologica (più che rivolta politica).

Non per questo è meno profetico: la sua è una profezia mite ma radicale, contemplativa ma trasformativa, una profezia che "non considera nulla come proprio", nemmeno il potere della parola, ma lo rimette a Dio, affinché le opere lo lodino e gli uomini lo amino.

In un tempo in cui la terra brucia, Papa Leone non alza la voce per sovrastare il rumore, ma invita tutti ad ascoltare con cuore libero "la voce sopra le acque", la voce che ancora oggi può calmare la tempesta.


Marco Baratto

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