giovedì 18 settembre 2025

Papa Leone XIV: Un Pontefice per la Comunione Ecclesiale e la Liturgia


Il gruppo di studio sulla liturgia, che è stato recentemente istituito, sembra riflettere una preoccupazione fondamentale per la salute e l'unità della Chiesa. La liturgia, in quanto espressione pubblica e comunitaria della fede, non solo attraversa la dimensione spirituale dei credenti, ma è anche al centro di dibattiti e divisioni che spesso si intrecciano con questioni politiche, ideologiche e culturali. La posizione di Papa Leone XIV, come emerge dalla sua prima intervista, è un esempio di come egli stia cercando di affrontare questi temi in maniera pragmatica e intelligente, senza alimentare conflitti inutili, ma cercando piuttosto di favorire il dialogo e la comprensione reciproca.

Uno degli aspetti più evidenti nel suo approccio è l'attenzione che dedica alla liturgia come strumento di inculturazione, un processo che consiste nel rendere la liturgia comprensibile, significativa e fruibile in contesti culturali diversi. La Chiesa, infatti, è chiamata a celebrare il mistero della fede in modi che rispecchiano le diverse tradizioni locali senza compromettere l'universalità del messaggio cristiano. In questo contesto, l'esplorazione di riti specifici, come il rito amazzonico, non è solo una questione estetica o rituale, ma una questione di come la fede si radica in un luogo e in un tempo particolare.

Questo approccio è particolarmente significativo considerando le tensioni che sorgono riguardo alla Messa in latino, in particolare quella di tradizione tridentina. La liturgia in latino, infatti, non è solo una questione di lingua, ma rappresenta anche un simbolo di una visione della Chiesa che alcune persone continuano a considerare come la "forma più pura" di celebrazione. Tuttavia, il Papa non si limita a giudicare o criticare queste posizioni, ma invita a riflettere sull'esperienza liturgica in sé, chiedendosi se esista davvero una differenza sostanziale tra la Messa in latino e quella del Vaticano II, quando celebrata correttamente.

Il tema della polarizzazione, che ha acquisito grande rilevanza negli ultimi anni, è stato portato alla luce da Papa Leone XIV con una lucidità che non lascia spazio a fraintendimenti. La liturgia, che dovrebbe essere un terreno di incontro e di unità, è spesso diventata terreno di scontro. Le persone che difendono la Messa tridentina tendono a vedere la Messa di Paolo VI come una "diminuzione" del sacro, e viceversa. Eppure, come afferma il Papa, in una Chiesa che si prefigge di essere una "comunione" (una comunità di credenti in dialogo), queste divisioni non hanno posto.

Uno degli aspetti più preoccupanti per Papa Leone XIV è che questa polarizzazione ha portato a una "ideologizzazione" della liturgia. Le persone sembrano non essere più disposte ad ascoltarsi, preferendo mantenere posizioni rigide e distanti, piuttosto che impegnarsi in una discussione che permetta di approfondire la propria comprensione della liturgia come esperienza di fede. La liturgia, quindi, diventa uno strumento di battaglia ideologica, piuttosto che un mezzo di edificazione spirituale.

Il Papa riconosce che, purtroppo, è spesso difficile parlare con coloro che si identificano strettamente con una delle posizioni in gioco. I gruppi che difendono la Messa tridentina non sembrano interessati a dialogare o ad ascoltare le argomentazioni di chi celebra secondo il rito del Vaticano II, e questo crea una frattura che è difficile da colmare. Tuttavia, Papa Leone XIV rimane fermamente convinto che il dialogo sia la via da percorrere. Il suo approccio non è quello di escludere o condannare, ma di aprire ponti di comunicazione, per cercare di superare le divisioni e recuperare una visione più profonda e inclusiva della liturgia.

In effetti, Papa Leone XIV ha fatto sapere che ci saranno occasioni future per affrontare apertamente la questione della Messa tridentina e del rito del Vaticano II. Questo non è un segno di incertezza, ma piuttosto di apertura. La sua posizione, come pontefice, è quella di costruire ponti, non muri. La liturgia, in questo contesto, diventa non solo un elemento di culto, ma anche un'opportunità di crescita spirituale attraverso il confronto e la riflessione.

Un altro punto delicato sollevato dal Papa riguarda l'uso della liturgia come strumento di "politicizzazione". La Messa, che dovrebbe essere il cuore della vita cristiana, viene talvolta sfruttata per spingere altre agende ideologiche. La polarizzazione, sia interna che esterna alla Chiesa, ha fatto sì che molti vedano la liturgia come uno strumento di affermazione politica, piuttosto che come un incontro con il mistero di Dio. Questo è un aspetto che Papa Leone XIV ha espresso con grande preoccupazione, cercando di riportare la discussione sulla liturgia al suo significato originario: un atto di adorazione e di comunione con Dio, non un campo di battaglia ideologica.

Infine, la questione della liturgia, in particolare in relazione alla Messa tridentina e al rito del Vaticano II, è diventata simbolo di una più ampia crisi di dialogo all'interno della Chiesa. Papa Leone XIV, pur riconoscendo la legittimità dei diversi riti, esorta la Chiesa a superare le divisioni e a tornare al cuore della liturgia, che è un atto di fede condiviso. La liturgia non è solo un insieme di gesti e parole, ma un atto che unisce i fedeli nel corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa. E in questo corpo, come in ogni comunità cristiana, la divisione non può mai essere l'ultima parola.

In sintesi, Papa Leone XIV non vuole che la liturgia diventi un campo di battaglia tra tradizione e innovazione, ma un luogo di incontro dove il popolo di Dio può fare esperienza della bellezza, del mistero e della profondità della fede. La sua visione di una Chiesa unita, che costruisce ponti piuttosto che erigere muri, è ciò che guiderà i dibattiti futuri sulla liturgia, un dibattito che dovrà essere caratterizzato dalla pazienza, dall'ascolto reciproco e dalla continua ricerca di un'esperienza più profonda e autentica della presenza di Dio nella nostra vita.

Marco Baratto

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